Salve a tutti, son Duccio Cresci, fiorentino purosangue. La mia azienda, EXPERIMENTA, porta nel nome il sigillo della mia ispirazione: la straordinaria Caterina Sforza, una donna che, vi giuro, non è fatta per esser raccontata a bassa voce, ma urlata con entusiasmo, perché il suo spirito grida ancora più forte del nostro chiasso in Piazza della Signoria!
Ora, Caterina, per chi non la conoscesse, è stata più che una donna: una miscela perfetta tra la lucidità della scienza e una follia che sa di genio. E chi, se non un fiorentino, sa riconoscere una lucida follia? Lei non si fermava davanti a nulla. Bella come un quadro del Botticelli, ma feroce come un condottiero, Caterina mescolava alambicchi e spade con la stessa destrezza. E voi lo sapete, qui da noi si dice: “Non c’è bellezza senza un po’ di fuoco dentro”.
La Regina dell’Aqua Celeste
Eh sì, Caterina non era solo Signora di Forlì e Imola: era anche la maga dei cosmetici e delle pozioni. “Gli Experimenti de la Ex.ma S.ra Caterina Furlj” è un manoscritto che pare un romanzo d’avventura! Tra le sue pagine, c’è una ricetta – l’Aqua Celeste – che promette di trasformare un vecchio decrepito in un giovanotto di trentacinque anni. “Oh Caterina, se mi avessi lasciato qualche goccia, che qui la schiena fa giù e il capello va su!”
Dunque, immaginatevela, questa donna: prende spezie d’Oriente, erbe dei suoi giardini e zucchero fino (non quello per le torte della nonna, sia chiaro). Distilla il tutto cinque volte, come a dire: “Non è che me la faccio semplice, voglio la perfezione!”. Risultato? Una pozione meravigliosa che leviga la pelle e fa sparire macchie e rughe come fossero fumo. Non si chiamava mica Sforza per caso: aveva una forza di volontà che oggi ci renderebbe pigri anche con un robot a fianco.
Il Superpotere della Bellezza
Ma sapete perché la Caterina era così fissata con i suoi experimenti? Non solo per vanità, no: era la sua arma segreta. Una bellezza raffinata, curata, splendente, che diceva al mondo: “Attenti a voi, che io posso far cadere un regno con un battito di ciglia!” Si racconta che avesse mani bianche come avorio e capelli biondi come l’oro, tutti accesi grazie alle sue pozioni. “Ma va là, Duccio, non sarà stato il sole di Romagna?” – direte voi. Eh no, perché di sole ce n’è anche qui, ma non mi pare di vederlo fare miracoli!
La Visionaria del Futuro
E poi ditemi voi, chi avrebbe inventato una sorta di ceretta che faceva cadere i peli e mai più ricrescevano! Che donna! Oggi, con i laser e gli estetisti che ti costano quanto un ducato d’oro, lei ci aveva già pensato. E non è finita: Caterina aveva pure ideato un anestetico che ti addormentava mentre il chirurgo poteva operarti. Al risveglio, bastava annusare un pezzo di pane bruscato in aceto e via, pronto per un’altra battaglia!
La Superstizione? Roba di Classe
Ora, non fatevi ingannare: pur con tutta la scienza, Caterina aveva quel pizzico di superstizione che rende tutto più colorato. Appendeva Artemisia alle porte contro i malefici e teneva una pietra magnete in casa per evitare litigi col marito. Insomma, “Donna moderna, ma un po’ magica, come ogni toscana che si rispetti!”.
Una Vita che Scalda il Cuore
Caterina non era solo scienza e bellezza: era cuore e coraggio. Durante la peste, si lanciava fra i malati con le sue pozioni, mentre gli altri fuggivano. Governava con il pugno di ferro, ma distribuiva cibo e medicine gratis a chi ne aveva bisogno. E quando il nemico bussava alle porte della sua città, era lì, in prima linea, a gridare al mondo che non si sarebbe piegata.
Si dice che sul letto di morte abbia confidato: “Se io potessi scrivere tutto, farei stupire il mondo”. E sapete che vi dico? Aveva ragione. Perché ogni volta che racconto la sua storia, anche chi ha il cuore di pietra esce di qui col viso acceso e il sorriso da meraviglia.
E ora, signori, mentre vi affollate a uscire, guardatevi allo specchio. Se Caterina fosse qui, vi direbbe: “Fatevi belli, ma non solo di faccia: il vero esperimento è nella testa e nel cuore. Quella è bellezza che resta!”.
E con questo, vi saluto. “O via, c’ho lasciato l’alambicco acceso!